Ci ho messo un po’ a scriverci su. A caldo, magari, ciò che
avrei scritto sarebbe stato banale e retorico. E lui – Marco, o SuperSic come
eravamo un po’ tutti soliti chiamarlo – non era né retorico né banale. Simpatico
e buffo, sì. Non potevi non volergli bene. Allegro e spontaneo in ogni momento. Anche a
inizio stagione, quando tutta la Spagna gli era contro. Colpa del suo essere
troppo spericolato in sella alla moto. Scorretto, a detta iberica (Lorenzo e
Pedrosa su tutti). Ma scorretto, lui, non lo è mai stato. Spericolato e
irruento sì: a Le Mans aveva travolto Pedrosa, che nella caduta si ruppe una
spalla e, ad Assen, Lorenzo. Prima e dopo, una serie di cadute causate dalla tanta
voglia di spingere al massimo e stare sempre più avanti. La stessa voglia che domenica,
probabilmente, gli si è ritorta sadicamente contro.
Certe immagini vanno condivise con tutti affinché ne resti segno ai posteri. E, siccome ho cuore (cit), ve la allego. Fatene un uso criminoso.