giovedì 24 novembre 2011

Elogio all’intellighenzia di Francesco Merlo (Repubblica)

Son tempi bui. Occorre qualcuno che li sappia narrare in maniera esemplare. Servono parole bellissime. È per questo, probabilmente, che Repubblica ha inventato “La Fotografia” di Francesco Merlo (su Wikipedia ha un abbozzo di pagina, poiché trattasi di abbozzo di giornalista). Qui, il nostro Merlo verga poemi. L’effetto finale è a metà strada tra Bossi che si pulisce il culo con la bandiera italiana e il parroco vecchio e stanco che fa la messa di domenica. Proviamo a fare una piccola esegesi dell’ultima perla che ci è stata regalata.

In tre minuti e trentaquattro secondi (video), Francesco Merlo fa sfoggio di tutti i luoghi comuni possibili, diventando un recordman in materia. Si vola.

domenica 13 novembre 2011

Ce lo ricorderemo tutti.


Foto ilfattoquotidiano.it
È finita. Ma non come avremmo sperato. Ieri, vedendo quella folla festante per le strade, veniva da chiedersi come mai Silvio Berlusconi è durato così a lungo. Chi l’ha votato, se tutti alla notizia delle sue dimissioni inneggiavano alla liberazione?

È fatto così, l’italiano medio. Quelli che martoriavano il cadavere di Mussolini, erano gli stessi che lo applaudivano fino al giorno prima. E lo stesso fu con Craxi: eletto prima e sotterrato dalle monetine poi. Il medesimo destino è toccato ieri a Silvio Berlusconi. Acclamato per 17 anni e sostenuto da milioni d'italiani che ieri – in un’improvvisa presa di coscienza, come no - erano lì: a festeggiare le sue dimissioni. 

mercoledì 9 novembre 2011

Ricorda per sempre l'8 novembre.


8 novembre 2011. In Parlamento si vota il rendiconto. Stracquadanio (idolo di noi comuni mortali) cambia idea qualche ora prima e vota a favore. Non importa a nessuno, andiamo avanti.

Ore 15:30. C’è il voto. 308 a favore, 1 contrario. 321 non votano. 320 di loro iniziativa, a uno scappa la pipì. È Malgeri. ‎"Scusate se mi sono assentato durante il voto". Idolo.

La faccia di Berlusconi è tutta un programma. Impietrito come solo dopo aver assistito all’intervista dell’Arcuri a “Le Iene”. L’aula è in silenzio assordante. Prende la parola solo Bersani (e te pareva). Inizia con il solito cipiglio che riserva per le grandi occasioni. Meno incisivo di Seppi in uno Slam e più lento di Pandev in contropiede. "Ti devi dimeeeettere" è la sintesi del discorso e, probabilmente, del programma politico del PD negli ultimi 150 anni.