domenica 19 febbraio 2012

Sanremo 2012 - Day #5: genitori di tutta Italia, requisite i cellulari ai vostri figli!


Inizio scoppiettante
come una messa pasquale.
Siamo arrivati alla fine. Sapremo chi vincerà e , soprattutto, vedremo esibire il trionfatore della categoria giovani: Casillo. Si salvi chi può, quindi. Tutto ciò, è commentato live anche dalla Gialappa’s Band su R101. Gialappa’s Band che riuscirà indirettamente a salire sul palco anche quest’anno.
Ma torniamo a noi. L’inizio è all’insegna dell’ammmmmmore. All You need is Love, baci appassionati e bandiere della pace sventolate a più non posso. Poi, si torna alla realtà. Entrano Morandi, Papaleo e la Mrazova. Si parte.


La prima ad esibirsi è Nina Zilli. Oggi, il look è quello di Moira Orfei. Si salva perché, a differenza di quest’ultima, lei è guardabile. La voce c’è anche stasera, ma Mina è sempre imprigionata nelle sue corde vocali. La liberasse, una buona volta. Seguono i Soliti Idioti. Ah no, scusate: D’Alessio e Richard Benson Bertè. Esibizione da paura. Nel senso che fa spavento. Al limite dell’inascoltabile. Inarrivabili.

Momento critico, sul palco arrivano un paio di neuroni funzionanti: Geppi Cucciari. Si teme che l’Ariston possa cedere, poiché non sembra essere più abituato a un sovraccarico simile di intelligenza. Esegesi fenomenale del contratto di Celentano. Finalmente, un po’ di comicità reale.

Fortuna che c'era Bersani.
Geppi, purtroppo, è costretta a presentare Emma. L’abito è il peggiore di sempre, superato – per bruttezza - solo dall’esibizione. “Non è l’inferno”. Il che, è abbastanza opinabile, se permettete.
Entra Papaleo e prova a risollevare le sorti della serata. Porta un panino sul palco. “Pane e frittata”, dice. Morandi lo apre ed è un banalissimo panino al prosciutto. Va bè. Ci ha provato, dai.
È il momento di Bersani, frac e scarpe da calcio. La canzone è indubbiamente la migliore del Festival (alla pari con E tu lo chiami Dio, di Finardi). Purtroppo, c’è anche Dolcenera, si presenta in versione sogno erotico di Paperino e s’attacca al microfono come un alcolista alla bottiglia. Il fastidio, è uguale.

Morandi e Papaleo ripropongono La foca e io cambio canale. Torno sul Festival e c’è Max Giusti, si pubblicizza e va via. Meraviglioso. Ma anche no. Rientra Ivana. Papaleo si esibisce in un remake di Celentano. “Come ti chiami?”. Ivanka risponde: “Basilicata”. È tripudio.

Fanno esibire anche Pierdavide Carone e Lucio Dalla. Il secondo dirige l’orchestra. Da lontano. Lui, sul palco con quello lì, non ci sale. Segue Noemi, accompagnata sul palco dalla Gialappas’s Band, in pratica. Nel braccio sinistro, infatti, ha un adesivo: Stile Libero. Il programma di Santin e Gherarducci su R101. Look: capelli rossi (lì non può farci nulla: sono i suoi), abito blu. Sembra la bandiera della Francia. Sorvoliamo.

Morandi e Papaleo continuano imperterriti con La foca. Stavolta, coinvolgono anche la Mrazova. Sembra il Fantabosco. È la fine. Pubblicità. Si rientrà, c’è Arisa. Lei, Stile Libero ce l’ha attaccato nel retro dell’abito. Esibizione senza sbavature. La canzone ha un bel testo. “Né vincitori né vinti, si esce sconfitti a metà”. Non mi è chiaro se è dedicata al PD o all’Inter. Però, non è male.

Rientra Geppi. Stavolta, l’obiettivo è Ivana, presa simpaticamente in giro. Avrà riso anche lei. Ce né anche per Morandi: “Perché la chiami Ivanka, si chiama Ivana. Vuoi che ti chiami Gianki?”. Presentano Finardi e si chiuderebbe in bellezza, se poi non salisse sullo stesso palco Renga. E invece ci sale e canta. Saltiamolo per pudore.

Finite le 10 esibizioni, entra la Cuccarini. Ci ricorda che l’indomani ce li sfrangeranno anche loro con le medesime canzoni. Si ricordano di Casillo. Noi, vorremmo non ricordarcene. Il 15enne dovrebbe cantare, ma non si trova. È spettacolo. Morandi lo presenta come “Un vincitore molto particolare: ha appena compiuto 15 anni”. Sì, Gianni, anche tu sei molto particolare. Sulla fiducia. Ci sarà qualcosa che hai appena fatto.

Dopo la pubblicità, Morandi intervista Michele Riondino. Di cui non ce ne può fregar de meno (cit). Poi Gianni canta, C’era un ragazzo. Sarà la terza volta. Arriva Celentano. Si teme il peggio. Ci espone il Vangelo secondo Celentano. Il pubblico lo ascolta estasiato, tanto che si ode un leggendario “Vai a casa!” partire dalla platea. Il Nostro se la prende nuovamente con Famiglia Cristiana e Avvenire. Mi fa quasi venir voglia di andarmi a comprare una copia di entrambi per la prima volta in vita mia. Canta, finalmente. Poi va via. Morandi:  “Adriano non odia nessuno”. Gianni, i mei zebedei son pronti a testimoniare il contrario. Fidati. Fatelo cantare quanto vi pare, ma quando predica non si sopporta. Eddai, su.

Casillo che non sa cosa
farsene del premio
È il momento di Chil’havisto Casillo. “Che ne pensi di Celentano”. “È un grandissimo artista”. “Che canzoni conosci di Celentano?”. Il buio più totale. Morandi prova a intonare Il ragazzo della via Gluck, Azzurro, Una carezza in un pugno, e L’emozione non ha voce. Casillo, di tutte le quattro, non sa una parola sola. Il momento è imbarazzante e epico allo stesso momento. “Le parole non le so”. Ce ne siamo accorti, Casillo. Ce ne siamo accorti. Lo premiano. Morandi: “Hai vinto Sanremo!”, e lo prende a schiaffi. Grazie, Gianni. Grazie: hai dato sfogo ai nostri desideri. Casillo non ci capisce nulla. Devono fotografarlo. Non sa né cosa fare, né dove andare. Si vola. Casillo si esibisce. Termina. È visibilmente commosso. Anche io, quando finalmente se ne va.

Finalmente torna Geppi. Fa fare la scalinata a Morandi. Lo intervista ad minchiam. Il prossimo anno, fatelo condurre a lei il Festival. Riesumano i Cranberries. Cantano Zombie. Ci sta. È il momento della classifica provvisoria. Sesto posto per Dolcenera, quinti Carone e Dalla, quarta Noemi, terzi D’Alessio e Bertè, seconda Emma, prima Arisa. Tocca alla sala stampa: la loro votazione, determinerà il podio. Infatti, il loro “vincitore”, salirà di tre posti. Preferenza data a Noemi. Passa al primo posto. D’Alessio e la Bertè sono fuori. È trionfo e tripudio. Stappate lo champagne. Abbracciatevi forte e vogliatevi tanto bene. È un momento bellissimo.

Geppi, la vera vincitrice del Festival.
Tocca a Luca e Paolo. Truccati da clown. Preghiera al signore della comicità. Breve intervento, ma intenso. Anticipano l’esibizione dei tre finalisti. Segue la presentazione della nuova fiction su Walter Chiari. E anche qui, non ce ne può fregare di meno di così. Canta anche Papaleo, finalmente. Torna Geppi, monologo finale da applausi. Ricorda Rossella Urru. Brava. Tornano Luca e Paolo, ritrattano sul canone. E forse no.

Iniziano le premiazioni. Per la critica, trionfa Bersani. Giusto così. Morandi si dilunga ancora sei anni, prima di annunciare ciò che tutti – su Twitter - sapevamo da almeno mezzora. Il Festiva di Sanremo, quest’anno l’ha vinto Emma. Premiata. Parola al sindaco, non capisci se ci è o ci fa: “C’è gente che non ha mille euro per comprare il biglietto per il Festival”. In effetti, son questi i veri problemi dell’Italia. Monti starà già provvedendo. Emma ringrazia tutti (non ce ne frega niente), e canta (per fregarcene ancora di meno, dovremmo essere morti).

Adesso, per concludere, mi rivolgo ai genitori di tutta Italia. Requisite i cellulari dei vostri figli. Voi non sapete perché, ma loro sì. È inaccettabile pagare il canone per vedere trionfare Emma.

Ci risentiamo alla prossima occasione (se non mi arrestano prima).

Ha vinto Emma.Gioiamo tutti. Ma anche no.

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