Si parte, più impacciati del solito. |
La serata dei duetti
internazionali parte, come al solito, lenta. L’anteprima è più brutta del solito. Saltiamola. Si entra in
teatro. Morandi canta. Se la cava. Poi
parla ed è l’Armageddon. “Stasera i
14 artisti..eh.. iiii. I quattor.. i 10 artisti che sono rimasti in gara..eehh
i 14… fermi: DIECI!”. Si parte alla grande.
I primi ad esibirsi sono il cugino grasso di Shaggy e Chiara Civello.
Mr Bombastic è quasi meglio dell’interpretazione
che ne segue, di rara brutezza: devastata Io
che non vivo, senza apparente vergogna.
Segue il momento di Bersani con Bregovic. Si poteva fare
meglio, ma anche peggio. Romagna mia
eviterei di commentarla. Bregovic,
comunque, si rifà alla grande quando tocca a Balkanjeros.
Brave, sul serio. |
Duetto su cui non c’è proprio
nulla da dire è quello di Nina Zilli con
Skye. Brave sul serio. La coppia funziona bene. Certo, quando la Zilli smetterà di attentare all’immagine di Amy Winehouse,
sarà sempre troppo tardi. Morandi si
gasa e ci ricorda che possiamo “chiamare
da un sms”. Al Jarreau, invece,
riesce a rendere quasi apprezzabili anche i Matia Bazar. Per poco, perché cantano anche loro.
Il raro momento di musica viene
rovinato: entrano Emma e Gary Go. Il Paradiso, in mano a ‘sti due, sembra
un brano scritto per Amici di Maria De Filippi: diventa un inferno. Emma, stasera, è conciata come Marilyn Manson sbranato da un branco di pitbull. I complimenti vanno fatti ad entrambi, è
difficile sbagliare così tanto in così poco tempo. Fenomeni. Faranno da colonna sonora al prossimo film
di Moccia. Poi parte anche Gary Go con il suo pezzo forte (?), Wonderful, ed è la fine. Gary, go. At home. Thanks.
Morandi si stupisce: “Quanta musica, stasera!”. Peccato che l’abbia
detto con il tempismo di un bradipo zoppo. Gianni, dovevi dirla prima di Emma e
Gary coso. Hanno mandato tutto a zoccole ucraine con molta poca disinvoltura. Andavano insultati, non incoraggiati.
Torniamo a noi. Entrano Arisa e Josè Feliciano. Il momento è
imbarazzante. Morandi: “E adesso, come lo
facciamo sedere?”. Arisa: “Io ci
provo”. Morandi: “Sai che devi
cantare?”. No, è venuto lì per giocare a mosca cieca con te e Papaleo.
Funziona anche il loro duetto, comunque. Poi arriva Morandi e ci infila C’era una ragazzo. Poteva andare peggio.
Momenti che scaldano il cuore. Ma anche no. |
È l’ora del momento simpatia. O meglio, momento tentativo di
rendere Federica Pellegrini
simpatica. Entra e Morandi va in loop: “Bellezza,
meravigliosa, fantastica, bella, bella, bella, bellissima”. Non vedeva una
donna dai tempi di C’era un ragazzo.
L’abito della nuotatrice, l’ha disegnato la Bertè, probabilmente. Creano una
piscina sul palco. Ci spiegano come si tuffa la Pellegrini in acqua. Sembra lo
spot dei Pavesini. Si parla di cose
serie: i tatuaggi, gli incubi e gli amori della Pellegrini. “Non mi aspettavo tutto questo clamore”,
hai solo cornificato il tuo ragazzo con il suo amico, che vuoi che sia.
Portatela via.
La portano via. È il momento di Renga. Meno peggio del solito – merito di
Dalma –, ma Il Mondo, dalle corde vocali di Renga, ne esce male. Poi arrivano Pierdavide Carone, Lucio Dalla e il vampiro
di Twilight (a.k.a. Mads Langer). Distruggono beatamente canzoni e maroni.
Sembrano anche soddisfatti. Dalla, invece, sembra un povero martire. Che ha
fatto, per meritare ciò?
Brian May mentre ricopre di poesia l'Ariston. |
Ma ciò che tutti stavamo
aspettando, arriva adesso. È il momento del pezzo da novanta: Brian May. Peccato lo accompagni la Fornaciari. Si esibiscono in Uno dei tanti e We will rock you. Nel primo pezzo, la Fornaciari – con meno grazia
di un elefante in un negozio di cristalli - tenta di distruggere inesorabilmente decenni di carriera del
chitarrista britannico. May prova a difendersi dagli attacchi di Irene con
schitarrate da paura. Kerry Ellis,
al microfono, lo aiuta alla grande. La Fornaciari continua imperterrita ed a
quel punto parte un assolo di May che,
da solo, vale tutte le 62 edizioni del Festival di Sanremo. Irene piange,
conscia che May non meritasse tutto questo. Il secondo pezzo è invece
appannaggio di Brian May e Kerry Ellis, la Red Special sembra per un momento
prendere vita. May termina con un altro assolo che scioglie letteralmente il
palco. E adesso processate la Fornaciari
per lesa maestà. Morandi: “Irene, sei
stata bravissima a farlo arrivare”. E anche a farlo scappare, probabilmente.
Patti Smith e Marlene Kuntz, Uno dei momenti più belli del Festival. |
Tocca ai Marlene Kuntz, accompagnati da Patti
Smith. Godano sprizza allegria da tutti pori (anche no), ma l’interpretazione
di Impressioni di Settembre è
fenomenale. Brano pazzesco, coverizzato alla grande e impreziosito dalla
fantastica voce di Patti che, per un attimo, sembra sollevare l’Ariston da
terra. Quel che segue dopo è leggenda: Because
the night. È standing ovation. Ci
alziamo in piedi anche da casa. Patti Smith vive.
Dissacrano il momento Morandi e
Papaleo con un’insensata interpretazione del La foca da parte del comico. Fatela quado volete, ma non dopo Brian
May e Patti Smith. E dai, cazzo. La regia tronca Morandi con un spot lanciato
come uno schiaffo di Ibrahimovic ad Aronica. Ringraziamo commossi.
Il momento più triste della carriera di Macy Gray. |
Si rientra. D’Alessio, Bertè e Macy Gray. Perché, perché Macy Gray con ‘sti
due? Morandi passa tutto il tempo a chiamarla Messi Grei. Sembra la Champions League. L’interpretazione di D’Alessio
di Mia Martini è quanto di più
irrispettoso orecchio umano possa udire. Viene chiesto a D’Alessio come mai la
statunitense sia presente anche nel suo album, il buon Gigi risponde che alla
Gray è piaciuto così tanto un pezzo che gli ha mandato per sbaglio, che ha
voluto esserci. E la realtà superò la
fantasia.
Eugenio Finardi invece si dimostra abbastanza coraggioso, facendo
cantare Noa in napoletano. Ma se la
cavano bene e salverei sicuramente l’esibizione in toto. E poi, visti i
precedenti, Noa e Finardi stanno
sicuramente una ventina di gradini sopra (certo, escludendo Brian May e
Patti Smith). Morandi: “Stasera è il
trionfo della musica”. Papaleo: “Eh, perché
ieri sera invece abbiamo giocato a freccette”. No, ma avete fracassato
uguale.
Fermateli. Per sempre. |
Arriva Dolcenera con Professore Green (rinominato Sceminen da Frankie Hi-NRG su Twitter). Devastano Vita Spericolata con agio disarmante e frantumano timpani e zebedei con gusto smodato e pressoché
inarrivabile. Mettono l’Ariston a ferro e fuoco e se ne beano pure. Esibizione
epica: Troia l’hanno incendiata dopo aver sentito il loro duetto.
Terminano la serata
internazionale Noemi e Sarah Jane Morris.
La prima sembra aver fottuto l’abito al mago Otelma, la seconda era già a lutto in previsione di un facile e mai banale
sconquassamento di Amarsi un po’ e Fast Car.
È il momento della premiazione. Vincono - chiaramente e con merito - i
Marlene Kuntz con l’inarrivabile Patti Smith.
Adesso, si torna sulla terra
(purtroppo). Si esibiscono gli eliminati della serata precedente con i loro
brani, fanno peggio del solito. Via al televoto. Ripescati: Pierdavide Carone
con Dalla (va bè), e D’Alessio con la Bertè. Roba da sabotare l’Ariston.
Piuttosto, oggi è la giornata
mondiale del risparmio energetico. Spegniamo il superfluo. Ad esempio, il microfono a ‘sti
due:
A domani, sempre se avete ancora
fegato.
L'esibizione definitiva. Solo applausi.
Grandissimo!
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