venerdì 17 febbraio 2012

Sanremo 2012 - Day #3: a voi che avete televotato D'Alessio, devono cadere le mani


Si parte, più impacciati del solito.
La serata dei duetti internazionali parte, come al solito, lenta. L’anteprima è più brutta del solito. Saltiamola. Si entra in teatro. Morandi canta. Se la cava. Poi parla ed è l’Armageddon. “Stasera i 14 artisti..eh.. iiii. I quattor.. i 10 artisti che sono rimasti in gara..eehh i 14… fermi: DIECI!”. Si parte alla grande.

I primi ad esibirsi sono il cugino grasso di Shaggy e Chiara Civello. Mr Bombastic è quasi meglio dell’interpretazione che ne segue, di rara brutezza: devastata Io che non vivo, senza apparente vergogna.
Segue il momento di Bersani con Bregovic. Si poteva fare meglio, ma anche peggio. Romagna mia eviterei di commentarla. Bregovic, comunque, si rifà alla grande quando tocca a Balkanjeros.


Brave, sul serio.
Duetto su cui non c’è proprio nulla da dire è quello di Nina Zilli con Skye. Brave sul serio. La coppia funziona bene. Certo, quando la Zilli smetterà di attentare all’immagine di Amy Winehouse, sarà sempre troppo tardi.  Morandi si gasa e ci ricorda che possiamo “chiamare da un sms”. Al Jarreau, invece, riesce a rendere quasi apprezzabili anche i Matia Bazar. Per poco, perché cantano anche loro.

Il raro momento di musica viene rovinato: entrano Emma e Gary Go. Il Paradiso, in mano a ‘sti due, sembra un brano scritto per Amici di Maria De Filippi: diventa un inferno. Emma, stasera, è conciata come Marilyn Manson sbranato da un branco di pitbull. I complimenti vanno fatti ad entrambi, è difficile sbagliare così tanto in così poco tempo. Fenomeni. Faranno da colonna sonora al prossimo film di Moccia. Poi parte anche Gary Go con il suo pezzo forte (?), Wonderful, ed è la fine. Gary, go. At home. Thanks.

Morandi si stupisce: “Quanta musica, stasera!”. Peccato che l’abbia detto con il tempismo di un bradipo zoppo. Gianni, dovevi dirla prima di Emma e Gary coso. Hanno mandato tutto a zoccole ucraine con molta poca disinvoltura. Andavano insultati, non incoraggiati.

Torniamo a noi. Entrano Arisa e Josè Feliciano. Il momento è imbarazzante. Morandi: “E adesso, come lo facciamo sedere?”. Arisa: “Io ci provo”. Morandi: “Sai che devi cantare?”. No, è venuto lì per giocare a mosca cieca con te e Papaleo. Funziona anche il loro duetto, comunque. Poi arriva Morandi e ci infila C’era una ragazzo. Poteva andare peggio.

Momenti che scaldano il cuore.
Ma anche no.
È l’ora del momento simpatia. O meglio, momento tentativo di rendere Federica Pellegrini simpatica. Entra e Morandi va in loop: “Bellezza, meravigliosa, fantastica, bella, bella, bella, bellissima”. Non vedeva una donna dai tempi di C’era un ragazzo. L’abito della nuotatrice, l’ha disegnato la Bertè, probabilmente. Creano una piscina sul palco. Ci spiegano come si tuffa la Pellegrini in acqua. Sembra lo spot dei Pavesini. Si parla di cose serie: i tatuaggi, gli incubi e gli amori della Pellegrini. “Non mi aspettavo tutto questo clamore”, hai solo cornificato il tuo ragazzo con il suo amico, che vuoi che sia. Portatela via.

La portano via. È il momento di Renga. Meno peggio del solito – merito di Dalma –, ma Il Mondo, dalle corde vocali di Renga, ne esce male. Poi arrivano Pierdavide Carone, Lucio Dalla e il vampiro di Twilight (a.k.a. Mads Langer). Distruggono beatamente canzoni e maroni. Sembrano anche soddisfatti. Dalla, invece, sembra un povero martire. Che ha fatto, per meritare ciò?

Brian May mentre ricopre di poesia l'Ariston.
Ma ciò che tutti stavamo aspettando, arriva adesso. È il momento del pezzo da novanta: Brian May. Peccato lo accompagni la Fornaciari. Si esibiscono in Uno dei tanti e We will rock you. Nel primo pezzo, la Fornaciari – con meno grazia di un elefante in un negozio di cristalli - tenta di distruggere inesorabilmente decenni di carriera del chitarrista britannico. May prova a difendersi dagli attacchi di Irene con schitarrate da paura. Kerry Ellis, al microfono, lo aiuta alla grande. La Fornaciari continua imperterrita ed a quel punto parte un assolo di May che, da solo, vale tutte le 62 edizioni del Festival di Sanremo. Irene piange, conscia che May non meritasse tutto questo. Il secondo pezzo è invece appannaggio di Brian May e Kerry Ellis, la Red Special sembra per un momento prendere vita. May termina con un altro assolo che scioglie letteralmente il palco. E adesso processate la Fornaciari per lesa maestà. Morandi: “Irene, sei stata bravissima a farlo arrivare”. E anche a farlo scappare, probabilmente.

Patti Smith e Marlene Kuntz,
Uno dei momenti più belli del Festival.
Tocca ai Marlene Kuntz, accompagnati da Patti Smith. Godano sprizza allegria da tutti pori (anche no), ma l’interpretazione di Impressioni di Settembre è fenomenale. Brano pazzesco, coverizzato alla grande e impreziosito dalla fantastica voce di Patti che, per un attimo, sembra sollevare l’Ariston da terra. Quel che segue dopo è leggenda: Because the night. È standing ovation. Ci alziamo in piedi anche da casa. Patti Smith vive.

Dissacrano il momento Morandi e Papaleo con un’insensata interpretazione del La foca da parte del comico. Fatela quado volete, ma non dopo Brian May e Patti Smith. E dai, cazzo. La regia tronca Morandi con un spot lanciato come uno schiaffo di Ibrahimovic ad Aronica. Ringraziamo commossi.

Il momento più triste
della carriera di Macy Gray.
Si rientra. D’Alessio, Bertè e Macy Gray. Perché, perché Macy Gray con ‘sti due? Morandi passa tutto il tempo a chiamarla Messi Grei. Sembra la Champions League. L’interpretazione di D’Alessio di Mia Martini è quanto di più irrispettoso orecchio umano possa udire. Viene chiesto a D’Alessio come mai la statunitense sia presente anche nel suo album, il buon Gigi risponde che alla Gray è piaciuto così tanto un pezzo che gli ha mandato per sbaglio, che ha voluto esserci. E la realtà superò la fantasia.

Eugenio Finardi invece si dimostra abbastanza coraggioso, facendo cantare Noa in napoletano. Ma se la cavano bene e salverei sicuramente l’esibizione in toto. E poi, visti i precedenti, Noa e Finardi stanno sicuramente una ventina di gradini sopra (certo, escludendo Brian May e Patti Smith). Morandi: “Stasera è il trionfo della musica”. Papaleo: “Eh, perché ieri sera invece abbiamo giocato a freccette”. No, ma avete fracassato uguale.

Fermateli. Per sempre.
Arriva Dolcenera con Professore Green (rinominato Sceminen da Frankie Hi-NRG su Twitter). Devastano Vita Spericolata con agio disarmante e frantumano timpani e zebedei con gusto smodato e pressoché inarrivabile. Mettono l’Ariston a ferro e fuoco e se ne beano pure. Esibizione epica: Troia l’hanno incendiata dopo aver sentito il loro duetto.

Terminano la serata internazionale Noemi e Sarah Jane Morris. La prima sembra aver fottuto l’abito al mago Otelma, la seconda era già a lutto in previsione di un facile e mai banale sconquassamento di Amarsi un po’ e Fast Car.

È il momento della premiazione. Vincono - chiaramente e con merito - i Marlene Kuntz con l’inarrivabile Patti Smith.

Adesso, si torna sulla terra (purtroppo). Si esibiscono gli eliminati della serata precedente con i loro brani, fanno peggio del solito. Via al televoto. Ripescati: Pierdavide Carone con Dalla (va bè), e D’Alessio con la Bertè. Roba da sabotare l’Ariston.

Piuttosto, oggi è la giornata mondiale del risparmio energetico. Spegniamo il superfluo. Ad esempio, il microfono a ‘sti due:




A domani, sempre se avete ancora fegato.

L'esibizione definitiva. Solo applausi.

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