Iniziamo una bella carrellata di affermazioni sulla manifestazione uscite dalla bocca di politici(?) e giornalisti(?) italiani. Ovviamente, tali affermazioni, verrano classificate ed oridinate a mio insindacabile giudizio (perchè così è più bello!).
Partiamo dal basso, ovvero da chi si classifica nelle ultime posizioni.
Francesco Damato, Il Tempo:
"Solo insulti ma nessuna idea. Una piazza piena di parolacce è una piazza vuota"
Probabilmente, Damato la manifestazione non l'ha neanche vista, quindi andiamo avanti.
Gaetano Quagliariello, Pdl:
"Un'inaspettata cortesia! Sono cose che fanno aumentare il consenso e la centralità del governo"
Quindi, 900.000 persone* che urlano per sette ore "mafioso" all'indirizzo del Premier lo fanno per esprimere consenso verso l'attuale governo.
Chiaro, no?
Daniele Capezzone, Pdl:
"La piazzata e la chiassata di oggi contro Silvio Berlusconi e il Governo produrrà un unico effetto concreto, con grande delusione degli organizzatori del cosiddetto No B Day: quello di portare nuovi consensi al Pdl"
Ok, il Pdl si è messo d'accordo: Chi la spara più grossa vince.
Per adesso, Quagliariello è in vantaggio.
Adesso passiamo alle prime due posizioni. È stato difficile scegliere chi mettere al primo posto e chi, invece, al secondo. Ma alla fine la scelta l'ho fatta ed ho premiato il più spudorato.
Il secondo posto lo diamo quindi a Vittorio Feltri, Il Giornale:
"In Piazza gli amici di Spatuzza. 200.000 persone in San Giovanni sono inconsapevolmente (ci auguriamo) diventate Picciotti"
Prima asserisce che c'erano 200.000 mafiosi in piazza e poi, nello stesso articolo, afferma che il Governo Berlusconi ha portato il maggior numero di mafiosi in manette.
Al primo posto si classifica, di diritto, l'inimitabile Emilio Fede, Tg4:
"No B Day, che sarebbe una sorta di invito a cacciare Berlusconi: Un triste ed inutile spettacolo con poche adesioni"
Ovvero, come minimizzare e far apparire inutile una manifestazione in cui quasi un milione di cittadini ha urlato il proprio sdegno nei confronti del Governo e del modo di fare politica in Italia.
*900.000 secondo gli organizzatori, 90.000 secondo la questura, 9 secondo Emilio Fede.
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