mercoledì 9 novembre 2011

Ricorda per sempre l'8 novembre.


8 novembre 2011. In Parlamento si vota il rendiconto. Stracquadanio (idolo di noi comuni mortali) cambia idea qualche ora prima e vota a favore. Non importa a nessuno, andiamo avanti.

Ore 15:30. C’è il voto. 308 a favore, 1 contrario. 321 non votano. 320 di loro iniziativa, a uno scappa la pipì. È Malgeri. ‎"Scusate se mi sono assentato durante il voto". Idolo.

La faccia di Berlusconi è tutta un programma. Impietrito come solo dopo aver assistito all’intervista dell’Arcuri a “Le Iene”. L’aula è in silenzio assordante. Prende la parola solo Bersani (e te pareva). Inizia con il solito cipiglio che riserva per le grandi occasioni. Meno incisivo di Seppi in uno Slam e più lento di Pandev in contropiede. "Ti devi dimeeeettere" è la sintesi del discorso e, probabilmente, del programma politico del PD negli ultimi 150 anni.

Berlusconi cerca in tutti i modi di restare sveglio durante tale discorso. Fin quando si accorge di non farcela proprio e allora, per ingannare il tempo, prende un foglietto e una penna e libera la sua fantasia (o arteriosclerosi che dir s’intenda). Di seguito, l’elenco degli appunti:
  • 308 (-8 traditori)“;
  • Ribaltone“;
  • Voto“;
  • Prendo atto (rassegno le dimissioni)”;
  • Presidente della Repubblica“;
  • Una soluzione“.
Sembra la lista della spesa. Ma non lo è. Vediamo di tentare di spiegarla punto per punto.
  • 308 son la parte buona, quella che non l’ha tradito e che non ha preferito liberare la prostata sul più bello. Quegli 8, invece - appositamente preceduti dal meno - andranno alla gogna. Impiccati in pubblica piazza. Niente più Bunga Bunga, bastardi.
  • Il ribaltone è ciò che è accaduto a lui trovandosi con il culo per aria. Succede. Anche ai migliori dittatori.
  • Il voto è quello che spera lo riporti sulla cresta dell’onda. Elezioni e trionfo per lui e i 308 (ma anche no). La Santanchè avverte: “Berlusconi è nato nelle urne e morirà nelle urne”. Cremalo.
  • "Prendo atto e rassegno le dimissioni" significa: “Ok, state calmi. Ho capito. Mi dimetto. Ma prima...”. È un bluff e l’opposizione non vede l’ora di aiutarlo.
  • Presidente della Repubblica. Questa sembra più una presa di coscienza sui passi da compiere dopo l’accaduto. Infatti va a parlarci, ma di dimissioni non se ne parla (vedere il punto precedente).
  • Una soluzione. Come a dire “la soluzione c’è: è una”. Deve esserci. Non può finire così.
  O magari sì. Speriamo.


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