Zarate prova a centrare gli zebedei di Tolga |
Partita bella. Bellissima. Emozionante come un cross di Scaloni se ti chiami Klose. L’Inter in campo c’era. Ve l’assicuro. Era la stessa Inter che fu di Bagnoli. O forse era l’Atalanta, ma poco conta. Ha dato spettacolo ed'è entrata di diritto nella leggenda. Perché perdere contro i turchi ci sta, ma solo se parliamo del Besiktas del trivela – Ricardo Quaresma, idolo di San Siro – proprio perché hanno la stella portoghese seconda solo a Pandev per luminosità. Se, invece, perdi contro il Trabzonspor è leggenda e tu sei un pirla.
La partita si è svolta su ritmi già visti per chi segue spesso i match di Serie D. Per tutti gli altri, è stato un rompimento di coglioni come solo l’ultima Ancona vista in Serie A ha saputo regalare. Non per nulla (cit), in quella squadra giocava il mitico e immenso Goran Pandev. Momenti che hanno scaldato il cuore di ogni sportivo. E spappolato i testicoli di ogni tifoso dell’Ancona. Ma tant’è.
Dicevo. La partita scorre bene, azioni da una parte e dall’altra (ma dove?). Zarate sembra Maradona a confronto degli altri (e ho detto tutto). L’argentino arriva alla conclusione e fa sembrare Tolga (il cugino turco di Toldo, presumibilmente) un portiere. Subito dopo viene lanciato in velocità dentro l’area di rigore e colpisce lo stesso estremo difensore turco tra capo e collo - azione definita da Riccardo Gentile chiara azione da gol, giusto per farvi comprendere il livello. Successivamente è il turno di Pazzini che sugli sviluppi di un calcio d’angolo, si ritrova una palla da calciare in porta in comoda girata, ma preferisce prendere a calci una farfalla che passava di lì terminando l’azione con il culo per terra e le mani ai capelli, rischiando per altro di trapanare il terreno – già spettacolare di suo – con il piede d’appoggio. Sono momenti bellissimi.
Nella ripresa entrano Alvarez (addirittura!) e Milito. L’ormai ex principe – per chi non lo sapesse, ha abdicato in favore Orlandoni, o almeno così si dice – decide di centrare in pieno la manona di Tolga a tu per tu, spedire un colpo di testa nei pressi del terzo anello ed entrare in area con la chiara azione-alla-Milito e spedire – non si sa né come né perché – il pallone in fallo laterale. È spettacolo.
Nel frattempo, il Trabzonspor si rende conto che se è arrivato a San Siro, qualcosa dovrà anche tentar di fare. Altrimenti se ne stavano belli bellini in Turchia a mangiare pilav e fumare. Così, il gemello scarso della famiglia Altintop spacca la traversa con un tiro ravvicinato, Julio Cesar resta tramortito e si fa infilare come un perfetto deficiente da Celustka (terzino cieco che può vantare meno di 15 minuti giocati con la maglia del Palermo).
Entra Coutinho ed’è la svolta. O forse no. Ma almeno arriva un tiro serio verso la porta turca e Tolga deve per la prima volta andare incontro alla palla invece di aspettare comodamente di essere centrato in pieno.
A questo punto Gasperini viene assalito da un’idea geniale: mettere in campo Forlan. Ma si ricorda subito che il suo direttore sportivo è un totale rincoglionito e quindi il biondo uruguagio non è nemmeno tra i convocati. L’intoppo verrà comunque risolto una volta che l’Inter si sarà qualificata agli ottavi. Ovvero, quando Gasperini sarà già un lontano ricordo.
Triplice fischio e l'Inter viene spedita con un calcio in culo negli albori. Gasperini viene portato in trionfo per tutta Milano tra cori irripetibili di stima totale nei suo confronti. A Moratti girano talmente le palle – dalla gioia, s’intende – che inizia far le capovolte e, arrivato a casa, prende le freccette, appende una foto di Marco Branca al muro e festeggia cercando di centrargli il naso.
La partita ci lascia anche un paio di spunti sui quali riflettere:
- Quella dell’Inter è un’impresa tanto quanto quella del Napoli: perdere con il Trabzonspor era ancora più difficile che pareggiare con il City.
- Non è un problema di modulo: Gasperini ha dimostrato come l’Inter perda benissimo con tre difensori come con quattro.
- Gasperini ha perso dappertutto: Supercoppa, Campionato e Champions. Aspettiamo tutti con ansia la Coppa Italia.
- Non è un problema d’attacco: Pazzini è imbecille quanto Milito e viceversa. E pare anche Forlan.
- Sneijder è l’unico giocatore che Moratti ha attualmente sotto contratto. Gli altri praticano altro sport, qualcosa di simile alle bocce. Come età, ci rientrano perfettamente.
- Coutinho invece è convinto di essere il miglior allenatore di Pokèmon degli ultimi 150 anni. Il nuovo Ash Ketchum.
- Il modulo alla cazzo di cane di Bielsa a confronto era esempio lampante di ordine tattico.
- Gasperini è l’Einstein della tattica: riuscire a ottenere gli stessi risultati e le medesime prestazioni con due moduli diversi e in così poco tempo è da geni.
- Alvarez è il nuovo Recoba. Un uomo più inutile ed incompiuto della Salerno – Reggio Calabria (parlando delll’uruguayano, l’argentino può arrivare a quei livelli in breve tempo).
- Mettere sotto contratto Mourinho ed Eto’o son state due belle botte di culo. Nei due anni successivi l’operazione è stata ripetuta con Benitez -Biabiany e Gasperini-Alvarez. Travate le differenze.
È stato un piacere, alla prossima.
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